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Programmi di riabilitazione per gli ex-mafiosi
8 Maggio 2013

 
 

THE ASIAN OBSERVATORY
TOKYO – In Giappone un mafioso ha la possibilità di abbandonare la sua attività criminale e trovare un lavoro regolare. È così che la polizia giapponese sta intensificando i propri sforzi per riabilitare gli ex membri yakuza, incoraggiando sempre più imprese private ad assumere grazie a incentivi governativi gli ex-membri di organizzazioni criminali.
Secondo la polizia, a partire dal 1994, tra i 400 e gli 800 yakuza hanno lasciato le proprie organizzazioni criminali ogni anno. Tuttavia, il numero di aziende che assume ex-yakuza è diminuito rispetto al picco di 5.570 imprese del 1995. Lo scorso anno, solo 2.224 aziende hanno impiegato ex-yakuza. Inoltre, soli cinque ex-membri yakuza sono riusciti ad ottenere un posto di lavoro attraverso i centri anti-boryokudan, così come sono chiamati i centri di sostegno per chi vuole abbandonare l’attività mafiosa. Secondo le statistiche ufficiali della polizia giapponese, dei 1.254 affiliati yakuza che hanno lasciato il loro gruppo durante la loro incarcerazione, dal 2009 al 2011, 222 sono tornati al crimine organizzato, in primo luogo proprio perché non riuscivano a trovare un lavoro regolare dopo essere stati rilasciati. La polizia ha intenzione di chiedere alle aziende di partecipare ad un programma governativo che offre incentivi per chi occupa ex membri yakuza, nonché un'indennità in caso causino qualche danno durante il lavoro. Uno degli obiettivi della legge antimafia introdotta durante gli anni ’90, c’è quello di separare i membri yakuza dai loro gruppi e sostenere la loro riabilitazione nella società. Tuttavia gli sforzi da parte della polizia e dei boryokudan tsuiho (centri anti-boryokudan) si scontrano spesso con la critica pubblica. Molte persone si chiedono perché sia necessario aiutare gli ex-membri yakuza dato che queste persone hanno scelto di vivere al di fuori della legge. Uno dei problemi principali è quello di riuscire a far cambiare l'atteggiamento negativo dei cittadini verso gli ex membri yakuza. Inoltre sono necessari anche miglioramenti nei programmi educativi correzionali a cui sono sottoposti  gli ex-mafiosi in carcere. Le carceri offrono lezioni volte a separare i membri yakuza dai loro gruppi, per far si che si possano riadattare alle regole della società. Tuttavia spesso,  i membri yakuza non hanno alcuna intenzione di redimersi: “Facciamo solo finta di ascoltare le lezioni, perché questo rende più facile essere rilasciati sulla parola” ha dichiarato un ex-membro yakuza che rilasciato recentemente, aggiungendo: “La prigione è il luogo perfetto dove trovare un complice per delinquere dopo aver completato il periodo di reclusione.”
Un altro ex-yakuza ha dichiarato di aver venduto droga con un membro della yakuza che  precedentemente incontrato in carcere. Nel 2012, 213 gruppi yakuza sono stati sciolti o chiusi forzatamente dalla polizia. Tra i 1.336 membri di questi gruppi criminali, circa 600 persone hanno lasciato l’organizzazione cui facevano parte, rendendo la necessità della loro riabilitazione sempre più urgente.
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