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Muhammad Kamaruzzaman condannato a morte
9 Maggio 2013

THE ASIAN OBSERVATORY
DACCA – Muhammad Kamaruzzaman è stato decretato colpevole di cinque capi di accusa per torture e omicidi di massa eseguiti durante la guerra del 1971. Il vice capo del partito di opposizione Jamaat-e-Islami del Bangladesh è stato condannato a morte dal tribunale per i crimini di guerra del paese.
Il tribunale è stato istituito nel 2010 per cercare le persone accusate crimini di guerra.
Kamaruzzaman, che ha sempre negato le accuse ha detto che la sua condanna è una questione politica ed è intenzionato a fare appello. Jamaat pensa che il governo stia usando sentenze ad hoc per frenare le attività dell’opposizione in vista delle elezioni del prossimo anno. Organizzazioni in difesa dei diritti dell’uomo credono che il tribunale non soddisfi gli standard internazionali.
Il verdetto è stato accolto con acclamazioni di festa delle persone che si erano radunate attorno al tribunale. Kamaruzzaman, che durante la guerra di secessione aveva 18, è stato accusato nell'agosto 2010, un mese dopo essere stato arrestato per un procedimento penale a parte. È stato accusato di essere uno degli organizzatore chiave di al-Badr, una forza ausiliaria dell'esercito pakistano che ha ucciso molti intellettuali del Bangladesh durante il conflitto del 1971.
La sua condanna arriva in un momento cruciale per il primo ministro Sheikh Hasina, che ha fatto del perseguimento dei crimini di guerra 1971 uno degli obiettivi principali del suo governo. Gli analisti dicono che la condanna a morte non farà che aggravare una situazione già instrabile in un paese dove la polizia e manifestanti islamici hanno si sono scontrati questa settimana nelle strade della capitale Dacca. L'organizzazione che sta dietro alle proteste –  cui Jamaat  fa parte – richiede l'introduzione di leggi più islamiche e ha dimostrato di poter facilmente mobilitare un gran numero di persone per le strade. Nove figure chiave di Jamaat tra le 12 accusate sono state giudicate colpevoli di crimini di guerra dal tribunale. Il capo di Jamaat, Delwar Hossain Sayeedi è stato condannato a morte per crimini di guerra a febbraio. Jamaat, il più grande partito islamico del paese, si era opposto all'indipendenza del Bangladesh dal Pakistan tuttavia nega ogni ruolo nei crimini di guerra commessi dalle milizie pro-Pakistan. Tutti coloro che sono accusati di crimini di guerra hanno negato le accuse contro di loro. Le condanne dei tre leader islamisti, tra cui il leader di Jamaat,  Delwar Hossain Sayeedi, che è stato condannato a morte nel mese di febbraio, hanno scatenato forti proteste che sono sfociate in violenze di piazza dove decine di persone sono state uccise.
Il tribunale è stato istituito dal governo nel 2010 per trovare e giudicare bengalesi accusati di aver collaborato con le forze pakistane che avevano tentato di impedire il processo d’indipendenza dell'ex Pakistan orientale. Il numero esatto di persone uccise durante la guerra di nove mesi di secessione non è chiaro: i dati ufficiali del Bangladesh suggeriscono fino a tre milioni di persone mentre ricercatori indipendenti suggeriscono un bilancio di circa 500.000.
THE ASIAN OBSERVATORY

Muhammad Kamaruzzaman è stato condannato a morte per crimini di guerra.

 
 
 
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