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Giappone e UE iniziano i negoziati per il libero scambio

26 Marzo 2013

 
 

THE ASIAN OBSERVATORY
TOKYO / BRUXELLES - Il Giappone e l'Unione europea si sono accordati il 25 marzo per avviare i negoziati su uno dei progetti commerciali più ambiziosi del mondo, nonostante l'opposizione delle case automobilistiche europee. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe, il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso e il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy hanno discusso il piano per telefono dopo che Bruxelles aveva cancellato il vertice UE-Giappone in programma a Tokyo per il 25 marzo a causa della crisi finanziaria di Cipro.
I leader sono intenzionati ad avviare i negoziati per un accordo riguardante la cooperazione politica, globale e di settore. L’economia di Bruxelles e Tokyo congiunta rappresentano un terzo degli scambi economici globali. Il primo colloquio formale è previsto per l’inizio del mese prossimo. Si prevedono tre anni di difficili negoziati in cui il Giappone cercherà di guadagnare un mercato UE di 500 milioni di consumatori per le sue automobili, elettronica e di investimento. Gli europei spingeranno per l’esportazione di prodotti alimentari processati e ferrovie. Il Giappone è la terza economia più grande del mondo, ed è il settimo compratore di prodotti dell'UE acquistando beni per 69 miliardi di euro.
Per il Giappone, l'Unione europea si classifica come il suo terzo più grande compratore con 54 miliardi di euro nel 2012. La Commissione europea ritiene che un accordo di libero scambio potrebbe sollevare la produzione economica di entrambe le parti di quasi l'1 per cento ciascuno.
Il Giappone ha già tariffe di importazione per le merci comunitarie molto basse o pari a zero, nessune tasse per le auto, Scotch whisky o cognac francese, per esempio, quindi ci si auspica che anche l'Europa rimuova le sue tassazioni, dalla musica alle autovetture importate.
Il primo ministro Abe, che è stato eletto nel mese di dicembre, ha finora dato segnali positivi di apertura e il suo governo è pronto a muoversi, consentendo alle imprese europee di partecipare a negoziazioni per i contratti ferroviari in Giappone. Il governo Abe sembra aver già preso la decisione di aderire al progetto Trans-Pacific Partnership, che dovrebbe collegare l'Asia, gli Stati Uniti, l'Australia con i paesi del Sud-Est asiatico e le nazioni sudamericane, il trattato con l’Europa è visto come un ulteriore passo per sbloccare lo stallo dell'economia del Giappone.
Tuttavia le case automobilistiche europee, dubitano dell'impegno di Tokyo ad aprire il proprio mercato. Non c'è un solo gruppo straniero di auto che produce in Giappone, quindi non c'è davvero nessuna possibilità di entrare nel mercato. A prima vista, il mercato dell'UE è più protetto di quello del Giappone, con una tariffa 10 per cento sulle importazioni di auto giapponesi e il 22 per cento sui camion. Ma le case automobilistiche europee dicono che si sono numerosi ostacoli che frenano le esportazioni verso il Giappone. Ad esempio ci sono norme sulla sicurezza e sull’ambiente che sono più severe rispetto a quelle internazionali adottate dall'Unione europea. Un'altra questione controversa è la categoria del Giappone di auto "piccole". Queste beneficiano di agevolazioni fiscali, ma le auto europee più piccole non si adattano ai criteri della categoria per le loro dimensioni e per la loro potenza. Tali norme particolarmente danno particolarmente fastidio a Francia e Italia, le cui case automobilistiche sono specializzate in auto di piccole dimensioni. Le vendite di automobili in Europa sono scese al livello più basso da almeno 23 anni nel mese di febbraio.
L’Europa è intenzionata ad abbandonare le trattative qualora il Giappone non mostri una sufficiente volontà di abbattere le "barriere non tariffarie".
THE ASIAN OBSERVATORY

 
 
 
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