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Abenomics: la nuova politica economica giapponese

9 Aprile 2013

THE ASIAN OBERVATORY
TOKYO – Giovedì scorso Haruhiko Kuroda, il nuovo governatore della banca centrale giapponese, ha annunciato una massiccia immissione di denaro liquido nell’economia del paese. La quantità dichiarata ha colto molti di sorpresa. L’obiettivo è quello di produrre inflazione e stimolare la crescita economica. È ancora presto per capire se la mossa di Kuroda sarà ricordata come l’inizio di una nuova crescita economica o se i libri di storia lo ricorderanno come un ingenuo economista. La nuova politica economica giapponese è stata rinominata Abenomics, in onore del suo principale fautore, Shinzo Abe. Il termine è infatti la combinazione di due parole: la prima è Abe, il nome del primo ministro forte sostenitore di Kuroda, e la seconda è economics, che in inglese significa politica economica.
Che cosa ha fatto la banca centrale giapponese?
La banca centrale ha dichiarato che aumenterà l'acquisto di titoli di stato di 50 miliardi di yen (398 miliardi di euro) all'anno. Significa che una quantità di denaro equivalente a circa il 10% del PIL annuale del Giappone sarà utilizzata dalla banca centrale per acquistare bond statali. Inoltre ha dichiarato che comprerà anche attività più rischiose come ETF (exchange-traded funds NDR) e fondi d’investimento immobiliari.
Un'altra mossa chiave è l’annuncio che acquisterà obbligazioni con scadenza fino a 40 anni, questo significa che la banca sta effettuando un finanziamento a diretto al governo. Il governo sarà tenuto a rimborsare molto di più di quello che ha cosa che già ora ha grossi problemi per farlo. L'idea principale alla base di questi acquisti di obbligazioni è quello di mantenere i tassi di interesse basi per molto tempo. Questo per cercare di incoraggiare le imprese e i consumatori a prendere in prestito più soldi. La speranza è che le aziende utilizzino il denaro extra per finanziare i piani di espansione e i consumatori utilizzino la possibilità prestiti a buon mercato per acquistare beni come quelli immobiliari.
L'idea è che con più soldi nel sistema disponibili a un prezzo basso, più persone avranno soldi da spendere e ciò farà salire la domanda dei consumatori e, infine, anche i prezzi al consumo.
Tutto ciò funzionerà?
La banca centrale e il governo sicuramente la penso così. Se si guarda a come i mercati hanno reagito sembra che gli investitori siano d'accordo con loro. Tuttavia, non tutti gli analisti sono d’accordo.
Gli scettici pensano che le imprese e i consumatori non siano troppo entusiasti di prendere in prestito denaro, questo perché l’economia giapponese si trova in un momento di stagnazione da ormai parecchi anni. Tutto questo denaro rischia di rimanere fermo nelle banche e non fluire verso l’economia reale. Il timore è che investitori di tutto il mondo prendano in prestito yen a tassi di interesse molto bassi e li usino per acquistare valute ed investire in paesi in cui i tassi di interesse sono più elevati. Questo non porterebbe alcun beneficio sulla crescita economica reale in Giappone.
Questo comunque sarebbe positivo per gli esportatori giapponesi in quanto renderebbe i loro prodotti più economici da acquirenti esteri e aumenterebbe i loro profitti moneta locale.
Ci sono dei rischi?
Per cominciare, l'espansione dell'offerta di moneta non è abbinato con la crescita economica reale.
Allo stesso tempo, ci sono preoccupazioni per l'impatto che una vendita così massiccia di titoli statali abbia sul debito pubblico. Il debito pubblico del Giappone è già il più alto tra le nazioni industrializzate, è infatti al 230% del PIL. Inoltre in futuro potrebbe essere necessario aumentare i tassi d’interesse e questo non farebbe altro che aumentare il debito pubblico. Il governo giapponese potrebbe non essere in grado di pagare gli interessi. Nel peggiore dei casi, quindi, il governo sarà costretto a vendere ulteriori obbligazioni per raccogliere fondi. Questo sarebbe l’inizio di un circolo vizioso da cui il Giappone potrebbe difficilmente uscire.

THE ASIAN OBSERVATORY

Haruhiko Kuroda il nuovo governatore della BOJ (Banca Centrale del Giappone).

 
 
 
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